Quella che doveva essere una semplice cena fuori, per la nostra cliente si è trasformata in un incubo: è scivolata sugli scalini che portavano alla toilette del locale ed è caduta, ritrovandosi seduta sul pavimento. Ha capito subito di essersi fatta male, e infatti è stata soccorsa dal personale del ristorante e in seguito portata all’ospedale dalle persone che erano con lei. Verdetto: microfrattura di due vertebre lombo sacrali. Le è stato prescritto riposo, un corsetto e in un secondo momento delle sedute di fisioterapia. Abbiamo subito inoltrato la richiesta di risarcimento ai titolari del locale perché la girassero alla loro assicurazione. Il punto di questo caso era dimostrare che la caduta fosse dovuta a un’insidia, cioè un elemento di pericolo non visibile e non prevedibile (in questo caso, del liquido sul pavimento) e non a una perdita di equilibrio della nostra cliente. È un passaggio fondamentale perché in questi casi la prima risposta delle assicurazioni è sempre la stessa e suona più o meno così: “No, il vostro cliente è caduto da solo e quindi non ha diritto ad alcun risarcimento”. Abbiamo dimostrato che non era così, e accompagnato la nostra assistita lungo tutto il percorso diagnostico e riabilitativo, non solo per ottenere la certificazione necessaria al nostro lavoro, ma anche per aiutarla a curarsi al meglio: trattandosi di una persona molto dinamica e sportiva, il suo grande timore era di non tornare più la stessa di prima. Così non è stato, per fortuna: ci sono voluti tempo, pazienza e le cure giuste, ma la nostra cliente si è rimessa in piedi. Nessuno la ripagherà del dolore patito al momento della caduta e delle lunghe settimane di immobilità, ma se non altro, grazie agli 80.000 euro che abbiamo ottenuto per lei, una volta guarita ha potuto togliersi qualche sfizio.