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Risarcimento del danno sia fisico che psicologico a un ragazzo trasportato in moto

Case Study Caption

Risarcimento del danno sia fisico che psicologico a un ragazzo trasportato in moto

A causa di una manovra errata, due persone in moto sono cadute in un fosso. Non essendo coinvolto nessun altro veicolo, la responsabilità dell’accaduto era del conducente, che quindi non aveva diritto ad alcun risarcimento. Ma il passeggero (il nostro cliente) sì: abbiamo ottenuto per lui 170.000 euro, a copertura di tutti i danni subiti, non solo quelli fisici ma anche quelli psicologici.
Tipo di incidenteTrasportato scooter cade in un fosso
Durata della pratica6 mesi
Risarcimento complessivo170.000 euro

Quando un incidente accade “da solo” (come nel nostro caso: uno scooter finito in un fosso per una manovra sbagliata), la responsabilità è sempre di chi guida, che quindi non ha diritto ad alcun risarcimento. Ma il passeggero (o trasportato) è sempre tutelato: l’art. 141 del Codice delle assicurazioni private prevede che l’assicurazione risarcisca il trasportato “indipendentemente dalle responsabilità” del conducente, quindi anche se quest’ultimo avesse causato l’incidente.

Il nostro cliente ha riportato un danno complesso, sia ortopedico (frattura del femore e del gomito, lussazione della spalla) sia neurologico per il forte trauma cranico. Grazie alla rete di medici convenzionati, abbiamo individuato gli specialisti giusti per aiutarlo a guarire e a ottenere la documentazione necessaria per attivare la richiesta di risarcimento. Se le conseguenze fisiche dell’incidente erano facilmente dimostrabili, non si poteva dire lo stesso delle ripercussioni psicologiche: il nostro cliente ha sviluppato una forte sindrome post-traumatica da stress, con attacchi di panico ogni volta che si trattava di guidare o persino di salire su un mezzo di trasporto. Questi effetti sono stati affrontati con un’adeguata terapia, ma rischiavano di non essere riconosciuti dall’assicurazione. Le compagnie assicurative, infatti, tendono a non considerare il danno psicologico e preferiscono inglobarlo nel risarcimento del danno fisico. Con determinazione, abbiamo dimostrato l’impatto reale di questa condizione e ottenuto il riconoscimento formale delle sue conseguenze. Il caso ha richiesto sei mesi di lavoro, leggermente più del solito, perché era necessario fornire prove del percorso psichiatrico intrapreso dal cliente.

Il risultato? Un risarcimento complessivo di 170.000 euro, di cui circa il 40% dovuto proprio al danno psicologico. Grazie a questa somma, il cliente ha potuto completare i suoi studi universitari senza la necessità di lavorare per mantenersi.